La vita al Rifugio Telegrafo G.Barana sul Monte Baldo
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Cosa vuol dire gestire e organizzare l'accoglienza in montagna? Cosa significa "montagna" e com'è la vita lassù? Ne parlo con Alessandro Tenca, Guida Ambientale Escursionistica di Equipe Natura, grande amante della montagna e del Monte Baldo.
Da quando gestisci il rifugio e perché hai fatto questa scelta?
Da giugno 2013. Ho sempre avuto voglia di fare qualcosa nel mio territorio e per il mio territorio. É capitata l'occasione e mi ci sono buttato.
Presentaci il tuo rifugio e le persone che lo vivono.
Il Telegrafo è il rifugio più in quota del Baldo.
Un rifugio con la “R” maiuscola, dove non arriva corrente elettrica, non c'è acqua (se non quella che recuperiamo dal tetto), dove i rifornimenti arrivano attraverso la teleferica e dove anche i gestori non possono prescindere da un avvicinamento a piedi.
Qui tutto è più complicato... ma è anche un posto fantastico, nel pieno di una dimensione propriamente alpina, circondato da circhi glaciali e pareti di roccia, che sa regalare panorami mozzafiato, con tramonti sul Garda che riempiono di significato ogni giornata passata quassù. Queste caratteristiche muovono fin qui tutti coloro che amano questo posto, gestori compresi!
Che cosa significa gestire un rifugio a 2200m di quota? È una vita faticosa?
Gestire un rifugio alpino propriamente detto, a prescindere dalla quota, significa farsi in quattro in ogni singolo momento della giornata per dare il massimo a chi ti viene a trovare dopo aver fatto alcune ore di cammino con uno zaino in spalla.
Da come accogli i tuoi clienti, a cosa proponi loro per pranzo o a cena, a come consigli un sentiero ritengo si possa percepire se sei tagliato o meno per questo lavoro.
La cosa più bella è sentire dentro che le motivazioni sono più forti delle difficoltà.La cosa più difficile è fare di tutto ciò un lavoro con un minimo di stabilità e certezze, specie là dove, oltre agli svantaggi logistici e a quelli legati alla aleatorietà del meteo, si aggiungono mancati supporti del sistema territoriale, totale assenza di una strategia di sviluppo, mancanza di qualsiasi pianificazione. Questo è il nostro caso.
Parlaci un po' della logistica e di com'è la giornata tipo in rifugio.
Al Telegrafo c'è molta discrepanza fra una giornata del fine settimana e fra un giorno infrasettimanale.
Durante la settimana l'afflusso è piuttosto ridotto e la giornata comincia ad orari variabili per preparare la colazione ai clienti o per, più semplicemente, iniziare la quotidiana routine.
Le attività sono tantissime: gestire eventuali rifornimenti via teleferica, preparare la “linea” del cibo, mettersi ad impastare gnocchi o dolci, occuparsi della sistemazione delle camere o di altri locali del rifugio, o di tratti di sentiero, raccogliere le prenotazioni e curare i canali di comunicazione, oggi fondamentali.
Bisogna saper gestire gli imprevisti: ce ne sono ogni giorno!
Nel fine settimana tutto si complica: diciamo che non c'è molto tempo per guardare il panorama!
Tu vivi e conosci tutti gli aspetti legati alla vita di montagna. C'è una montagna silenziosa e una più "rumorosa", più vivace. Come la vivi?
Io sono una Naturalista e “tifo per la biodiversità”: più gente c'è in montagna, più persone possono godere di questo ambiente spettacolare!L'importante è essere consapevoli che la montagna è un ambiente molto diverso da quello in cui siamo più abituati a muoverci e che richiede codici di comportamento adeguati.
Si tratta di un contesto tanto bello, quanto severo: proprio per questo va rispettato e tutelato. Niente ti viene regalato.
Ogni singolo metro va conquistato e questo vale anche per chi in montagna intende portarci le proprie idee, i propri spunti lavorativi e imprenditoriali.Gli ambienti spettacolari delle nostre montagne hanno sicuramente bisogno dell'uomo per essere tutelati e mantenuti: da questo punto di vista la presenza dell'uomo è fondamentale.
Saper fruire e godere di questi ambienti in maniera sempre più adeguata e con un impatto via via minore è la vera sfida per il futuro dell'uomo in montagna!
Cosa dai a chi viene a trovarti?
Tanta spontaneità; il massimo della mia energia.
Cosa chiedi a chi viene a trovarti?
Il rispetto per il lavoro che facciamo, per l'impegno che ci mettiamo. Sembra strano a dirsi, ma non sempre è da darsi per scontato.
Entrare da cliente in un rifugio significa essere disposti ad assumersi una responsabilità e desiderare di dare il proprio contributo allo sviluppo di un territorio delicato e sensibile: la stessa responsabilità che si assume il gestore.
Per questo un rifugio è un luogo in cui puoi entrare in totale sintonia con chi ci vive tutti i giorni e rientrare verso casa con qualcosa in più, che non potrai trovare, né comprare, in nessun altro luogo.
La montagna è di tutti?
Certo. La montagna sa regalare mille emozioni, mille luoghi, mille dove, mille come.
Difficile che qualcuno non riesca a trovare un angolo, un posto in montagna dove non poter ascoltare meglio sé stesso.Non sempre questi luoghi, però, coincidono con una vetta, una via, un rifugio... noi cerchiamo di fare in modo che il Telegrafo sia un valido appoggio o un entusiasmante passaggio per chi cerca questo tipo di luoghi sul Baldo!
Che cosa vuol dire per te "rifugio"?
Immagina di voler scappare dalle comodità, di voler spogliarti di tutto, di voler cercare un ambiente più severo, anche per sfidare te stesso...
Un rifugio è quel posto in cui in un momento così puoi trovare, anche solo per un attimo, una qualche comodità, una dimensione meno severa, un valido supporto.
Trovarlo e sentirsi come a casa renderà l'esperienza solamente più completa. Questo è ciò che mi propongo di dare a chi entra dalla porta del Telegrafo.
C'è qualcosa di unico su al Telegrafo?
L'unicità sta in noi stessi, in quello che ci portiamo dietro, in ciò che lasciamo sul posto, in quanto un luogo ci arricchisce. Mi auguro il Telegrafo possa dare e ricevere tanto da molti che scelgono di venire quassù.
Vale sempre la pena di mettersi lo zaino in spalle e partire. Giusto?
Sì, l'importante è non mettere sé stessi in pericolo e prendere decisioni avventate. L'ambiente montano sa essere anche severo e per poter gestire situazioni complicate è necessario essere ben preparati ed equipaggiati o rivolgersi a chi in montagna ci lavora e, semplicemente per questo, gode di una maggiore esperienza e capacità.
Oggi tendiamo troppo spesso a fruire di certi ambienti solo in condizioni ideali. Ma così facendo si perdono mille occasioni di crescita, ci si allontana dall'idea di uno sviluppo sostenibile e di tutela dell'ambiente montano.